Cosa sarebbe la moda senza i classici delle epoche trascorse?
Abiti iconici, ancora oggi indispensabili
Da una parte desideriamo il nuovo, dall’altra spesso guardiamo indietro con malinconia e ci aggrappiamo al passato. Questa contraddizione si ritrova anche nella moda e spiega la popolarità ininterrotta dei classici.
Nell’intervista, lo stilista Clifford Lilley, che ha lavorato anche come attore e vetrinista, rivela i suoi classici della moda.
Cosa significano esattamente vintage e retrò per lei?
Il vintage è la nostalgia di ciò che è permanente, si riferisce ai veri abiti vecchi, credo di almeno 20 anni fa. Particolarmente apprezzati sono gli accessori ben conservati come borse, cinture, occhiali, ma anche gioielli e cappotti. Tutte le cose che danno una buona sensazione anche se sono usate. Il retrò, invece, non deve essere necessariamente vecchio, ma deve solo sembrare tale.
Quanti anni ha il suo capo di abbigliamento più vecchio e qual è?
Nel mio viaggio dal Sudafrica alla Svizzera, ho dovuto lasciarmi molte cose alle spalle. Credo che il mio capo di abbigliamento più vecchio sia uno smoking vintage, probabilmente degli anni ‘40, fatto di un tessuto molto robusto con una grana interessante. Mi piace indossarlo con i jeans e una camicia bianca alle feste, per esempio. Per l’opera, invece, scelgo un abito contemporaneo.
Ha un’epoca preferita?
Il mio periodo preferito in termini di moda è quello degli anni ‘20! Coco Chanel ha plasmato gli anni ‘20 e il suo costume e il «tubino nero» ci accompagnano ancora oggi. È una grande epoca e l’ho sempre amata. Fin da piccolo mi sono interessato al teatro e ai libri. I film e i vestiti, tutto ciò che riguardava gli anni ‘20 mi ha sempre affascinato. Forse è così che sono entrato nel settore della moda!
Non tutte le idee del passato devono essere scartate. Vecchio e nuovo possono ispirarsi a vicenda e l’interazione può portare a fusioni. Quali di queste fusioni hanno avuto successo per lei?
I pantaloni Marlene sono un classico che appare sempre in passerella in tutte le varianti possibili, proprio come i pantaloni svasati. Variano nel corso degli anni per colori e modelli, ma anche per forma, ad esempio a vita alta o a vita bassa, tutto è già stato fatto. Vengono sempre adattati alle tendenze attuali e, per così dire, ravvivati.
Quali sono i classici che ama?
Il trench esiste da chissà quanto tempo, un abito basilare che fa parte di ogni guardaroba. Viene reinterpretato continuamente, anche da Burberry, l’inventore del classico. Il trench è in qualche modo romantico, perché ricorda Humphrey Bogart in Casablanca e simboleggia l’uomo di mondo! E quando una donna indossa un trench, con grandi occhiali e una borsa Kelly, si sente immediatamente come Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany.
Altri capi iconici per me sono gli abiti da cocktail, come il wrap dress in jersey di Fürstenberg, perché creano una silhouette davvero bella, su ogni donna. Anche il Gucci Lofer è uno dei classici più geniali. Fa sentire eleganti e disinvolti, è molto comodo e pratico al tempo stesso. Inoltre, tutti possono indossare il Wayfarer di Ray-Ban. E poi ci sono le borse di Luis Vuitton, Hermes, Chanel, Fendi e tutte le altre.
Grazie mille per l‘intervista!